A distanza di un anno circa, proviamo a riassumere (e ripetere) i passaggi necessari per realizzare e verificare il funzionamento di un ambiente di sviluppo per compilare un semplice progetto React Native di un’applicazione Android composto da una sola pagina.
Sarà cambiato qualcosa rispetto all’anno scorso?
Esistono dei template open source nel web, anche se purtroppo molti hanno Expo tra le dipendenze.
Quando si crea un nuovo progetto si devono conservare molte informazioni utili al progetto, come ad esempio:
Ci sono due modi in cui un sito web realizzato con ReactJS può fornire una prima pagina al browser:
La soluzione da scegliere dipende dal tipo di problema da risolvere.
Si può usare un’applicazione JavaScript (Node.js) per accedere al DBMS Apache Cassandra. Infatti, di solito, il DBMS deve essere protetto, quindi NON è esposto sulla rete pubblica. Per lo stesso motivo, il server DBMS e il server Node.js si trovano nella stessa rete locale.
Si veda prima l’articolo su come installare Cassandra e come creare un nuovo utente amministratore1.
Node.js supporta anche i “nuovi” moduli ES6, quindi solo per motivi didattici si può leggere l’uso dell’altro tipi di moduli: CommonJS.
In questo esempio si vedrà l’uso di require ed exports.
Il debug in React è facile, in quanto in caso di errori appaiono i numeri delle righe del codice sorgente. In React Native il debug invece può diventare un incubo (se non si usa un linter).
In questo articolo si continua a parlare dell’IDE Emacs (>=27) e si installeranno i minor e major mode utili per programmare in JavaScript.
Emacs è un IDE disponibile come software libero. Se si installa senza server grafico, si trova come pacchetto Debian: emacs-nox. In questo articolo si vedranno le scorciatoie da tastiera utili e alcuni minor mode.